Holi, la festa dei colori (Festività Induista) - Blog di Storia (Storia dell'Asia)
Stasera (12 marzo 2017) e domani in India e nelle comunità hindu in tutto il mondo si festeggia Holi (in sanscrito होली Holī), la festa dei colori che celebra l’arrivo della primavera, e simbolicamente la vittoria del bene sul male. È il momento ideale per incontrare persone che non si vedevano da tempo, ridere e giocare insieme, perdonare e riparare a vecchi torti, oltre che per ingraziarsi gli dèi per avere un buon raccolto. Come da tradizione delle festività hindu la data precisa cambia ogni anno in base alla luna, si festeggia infatti il giorno della luna piena (Purnima) di marzo (detto Chhoti Holi) e quello successivo (detto Rangwali Holi).
Le celebrazioni iniziano la sera del Chhoti Holi con la Holika Dahan (letteralmente la morte di Holika, una divinità maligna femminile), una celebrazione intorno al fuoco sacro (Yajña) in cui si prega affinché il male dentro e fuori ogni persona venga bruciato via. Il giorno dopo si svolge la festa vera e propria, il Rangwali Holi, in cui le persone si radunano per le strade o in famiglia per lanciarsi polveri colorate in un clima di gioia carnevalesca. Nessuno, parente, amico, nemico, sconosciuto, è immune da un gavettone di colore e risate. Ogni colore ha un preciso significato simbolico. La sera è dedicata agli affetti familiari con rinnovata gioia nel cuore ormai alleggerito. Come sempre non può mancare un’abbondanza di cibo preparato per l’occasione.
Holi rappresenta la rievocazione simbolica di un antico mito narrato nei Veda. La storia è incentrata sulla figura di Hiranyakashipu, un re demone che tentò di vendicare la morte del fratello minore ucciso da Vishnu, una delle tre divinità supreme del pantheon induista. Allo scopo di acquisire la forza necessaria per portare a termine la sua missione, Hiranyakashipu si sottopose a lunghi anni di penitenze e di preghiere. Alla fine, gli fu concesso un aiuto divino. Esaltato da tanta potenza, il re pensò di essere divenuto invincibile. Tirannicamente, si proclamò unico dio ed ogni suddito del suo regno avrebbe dovuto adorarlo. Ma Prahalad, il giovane figlio del re, era un fervente devoto di Vishnu e, a dispetto dell’ordine paterno, continuò ad adorare il suo dio. Dopo aver attentato invano alla vita del figlio in diverse occasioni, Hiranyakashipu chiese aiuto alla sorella Holika che, si diceva, fosse immune al fuoco. Assieme decisero che Prahalad sarebbe morto sul rogo. Approntarono una pira ardente e Holika vi si sedette sopra con Prahalad saldamente stretto fra le braccia, ma la fede sincera e la totale devozione del giovane nei confronti di Vishnu lo salvarono dalla violenza del fuoco, mentre Holika fu ridotta in cenere. Così, furono decretati il trionfo di Prahlad, personificazione del bene, e la disfatta di Holika, incarnazione del maligno. Successivamente Vishnu uccise anche Hiranyakashipu. Questo festival celebra inoltre il mito dell’eterno quanto incostante amore fra Krishna, considerato la reincarnazione del dio Vishnu, e Radha, la sua sposa divina.
Nell’immagine: Krishna e Radha festeggiano Holi, dipinto di artista sconosciuto, 1775 – 1780, Victoria and Albert Museum, Londra.
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